Introduzione

Siamo ritornati all’esercizio dello specchiarci...
Avete mai visto quegli specchi un po’ speciali, che ci
danno effetti strani? Ad esempio, ci sono specchi che
incontriamo sulle strade, e che deformano la persona,
altri che la trasformano; e così, passando, noi paiamo più
brutti, o più belli, più grassi, o più magri, più corti o più
lunghi, più vicini o più lontani,...
Sta di fatto che questi specchi non rispecchiano la
nostra realtà così com’è; anche se ci risultano utili; perché,
ad esempio, vediamo sopraggiungere un’auto in
visione, prima che essa giunga in realtà, e questo per la
sicurezza nostra (o altrui). Allora ci domandiamo: questa
‘visione riflessa’ che sta apparendo a questo nostro ‘specchio’,
e che forse non rispecchia quello che mi attendevo
in realtà, va corrispondendo a quello che sono in verità?
‘Risposta non c’è, o forse chi lo sa, caduta nel vento
sarà...’ ci suggerirebbe una nota canzone. E forse è proprio
così; ma intanto, in questo percorso, non solo ci
siamo dentro, ma adesso - non è forse vero, se siamo
ancora qui? - siamo disposti a continuare.
Per riprendere l’immagine dello specchio, in questa
parte siamo come di fronte a quegli specchi che - lasciandoti
un po’ a bocca aperta - ti proiettano l’immagine di te,
così com’è, senza alterarla, ma ripetendola all’infinito, e
sempre più in profondità, come un’eco visiva.Questa è la ‘situazione’ di questa parte del cammino che stiamo affrontando. ‘Cammino’ diciamo; infatti, pur
fermi, quello specchio ci sta proiettando, riecheggiando la
nostra identità, sempre più e sempre più volte all’infinito,
come fossimo in una strada che si proietta senza fine, laggiù,
dove noi intravediamo…


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Riassunto di tutte le puntate precedenti...
Il meccanismo automatico infernale, funzionando, mi dà
due coscienze: quella istintiva, e quella razionale. 


L’indagine sulle persone di Chiesa diversa ci ha sicuramente fatto perdere di vista lo svolgimento ordinato e
logico del tema. Ci occorre quindi una sosta riassuntiva
per tracciare e fissare le linee dello svolgimento regolare.
Un meccanismo automatico infernale Satana mi ha
impiantato, manipolato quel cresimato battesimo Paterno
che mi ha raggiunto alla mia umana concezione.
a) Il meccanismo si presenta così composto:
1) Istinto al comando, in direzione mia.
2) Lo spirito Paterno con il suo Agente dall’istinto
informati ed egoisticizzati, in soggezione, soggiogati
per il mio servizio.
3) In schiavitù dell’uno e degli altri, il mio spirito.
b) La sua funzionalità mi dà tre scatti:
1) Ad ogni tocco, il mio sentire.
2) Ad ogni sentire, il mio agire.
3) Ad ogni agire, il mio acconsentire.
c) Funzionando così: il meccanismo mi va componendo
una serie di conoscenze che mi fanno prontamente convinto,
e quindi mi genera una serie di coscienze.
1) A quattro anni è già pronta la prima coscienza istintiva

che si stampa nella parte istintiva del meccanismo;
la sua sensibilità va convinta di amarsi e di odiare.
2) Al farsi della razionalità inizia lo scorrimento della
coscienza istintiva nella razionalità. Al Padre e allo
Pneuma, Satana l’ha loro strappata; a me, invece,
l’ha lasciata; anzi, l’ha incentivata con il piacere che
viene avanti con il sentire. La libertà razionale (di
oppormi al sentire) me l’ha solo strategicamente
superata. Se l’è accaparrata con il piacere, che
diventa unica ragione valida.
Il piacere sa di inganno perfetto. È il piacere della morte.
Ma io non me ne accorgo. L’inganno Satana l’ha ottenuto
sfruttando il sentire e il piacere, che vanno sempre in simbiosi
perfetta. Verace il sentire, falso il piacere. Il piacere
mi convince. L’inganno non lo vedo, e io mi faccio tutto
menzogna. Menzogna semplice, raddoppiata, centuplicata,
a seconda delle persone di Chiesa diversa ai quali l’abbiamo
rapportata. Nella razionalità dell’uomo fluisce
costantemente la coscienza istintiva, assumendovi una
forma nuova che è appunto la razionale. Mi fa razionalmente
convinto di amarmi e di odiare, di prendere e di eliminare,
di godere con sicurezza piena. Convinto di questo
mi fanno il sentire, il piacere, l’inganno e la menzogna. Il
piacere mi convince, e la menzogna va ad occupare da
grande dominatrice la mia coscienza. La vita dell’infante
è regolata dall’istintività del piacere e della menzogna. La
vita dell’adulto è regolata dalla razionalità del piacere,
quindi dalla menzogna razionale.

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Il passaggio dalla istintiva alla razionale è crescita dell’uomo
o è assorbimento nella sua animalità? Satana gonfia
l’animalità per farci stare la razionalità; ne viene un
superanimale del quale proviamo orrore e spavento.


Dalla coscienza istintiva la persona passa alla razionale, per lo scorrimento dell’una nell’altra. Prima per istinto si
convince di amarsi e di odiare; poi, lo diventa per ragione.
La coscienza della persona ha una sua importanza capitale,
per il vivere presente, col quale va componendo il suo
destino futuro. È la sua guida, è la traiettoria decisiva del
suo agire; è la generatrice del suo fare; è la regola dell’agire
umano. Di qui l’equazione: tale è il vivere qual’è la
coscienza. La coscienza è la più influente realizzazione
della persona; il fatto è accertato; la coscienza istintiva
concorre alla formazione della razionale.
È questo un contributo valido alla crescita e alla promozione
della persona. Ed è anche l’aspetto che vogliamo
bene ispezionare ora. La coscienza razionale è affermazione
della persona o è assorbimento della persona operato
dalla sua animalità? La persona, per antica definizione, è
un animale ragionevole.
1) Animale per quella forza vitale, cieca e unidirezionale,
che regola il suo primo fare: quello istintivo. Di passaggio
diciamo che l’istinto non è da Dio, ma da un risultato
della manipolazione operata da Satana sulla persona.
L’istinto è tutto e pienamente se stesso, e nel suo agire
realizza perfettamente se stesso. L’animale è se stesso,
non è un altro, e quindi realizza perfettamente se stesso.
2) E la persona? È tale per la sua libera razionalità. La
razionalità è per il vero e per la verità. Ma io me la sono
trovata per l’istinto, per il piacere, per l’inganno e per
la menzogna. Essa infatti lavora unicamente per il piacere,
che le rende facilissima la sua applicazione: né
desidera alcun’altra cosa, perché il piacere è per lei
l’unica ragione che vale.
Non per libera scelta questo, ma per imposizione. La mia
razionalità infatti è schiava contenta del piacere. Il piacere
è istintivo: è informato dall’istinto; l’istinto è la mia
animalità. La mia razionalità è al servizio completo della
mia animalità. La razionalità dovrebbe essere l’alto della
persona, e la sua animalità il basso. Alla razionalità il
comando, all’animalità la soggezione.
Qui però è tutto l’opposto. La mia razionalità è al sevizio
completo della mia animalità. Un servizio non puramente
esterno, ma ontologico: un essere la fa diventare ciò che
non era. La istintività non può essere razionale: non ha
ragione; ma se l’è presa; o meglio, Satana gliel’ha passata,
gonfiandola enormemente. Animale per istinto, un animale
‘super’ per la ragione che si prende.
Dunque, un superanimale. Un mostro orribile. In queste
condizioni, non sono più me stesso, né posso realizzarmi
come persona. Persona infernalizzata, persona degradata,
persona mostruocizzata. La nostra Chiesa parla con forza
e con vigore della dignità della persona, facendovi poggiare
l’azione che tende a promuovere la persona. Ma noi
adesso ci domandiamo: dov’è la dignità della persona, in
un superanimale mostruoso? Tutta da rifare.
Da costruire, con la eliminazione della coscienza razionale.
Sarà possibile?...

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La mia operazione: sganciare la mia razionalità dall’animalità.
Riduco i tocchi. Nego il sentire e l’acconsentire. E
con questo, sciolgo l’inganno del piacere, mentre faccio
su una coscienza nuova centrale. 


1) Mi sono trovato nei primi anni di vita piacere, inganno,
menzogna istintiva. Negli anni successivi mi sono trovato
piacere, inganno, menzogna razionale. Mi spavento
di me stesso.
2) Mi sono trovato un animale orrendamente e mostruosamente
gonfiato, per dare spazio nella mia istintività alla
mia razionalità. Ne sono risultato un animale potenziato,
un superanimale. Sento orrore di me.
Questo lo diciamo, ma anche lo dimentichiamo, in quanto
ci sentiamo impegnati in un’operazione tanto delicata quanto
difficile. Quale? Poiché Satana ha passato la mia razionalità
alla mia istintività o animalità, io ora voglio operare lo
sganciamento: liberare e liberarmi. Non è possibile, questo,
nell’essere; lo posso però praticare nel fare; e non una volta
per sempre, ma tante volte quanto è il mio sentire.
a) Incomincio ad eliminare i tocchi liberi, in modo da
ridurre il sentire.
b) I tocchi necessari mi danno immancabilmente il loro
sentire. Non concedo allora il passaggio dal sentire al
fare, con un ‘no’ decisivo e risoluto al mio sentire.
c) Quando non mi è possibile impedire il fare istintivo,
gli devo negare il mio acconsentire: non prendere
ciò che mi piace e chi mi piace, e non fare azione di
morte sui miei nemici.
In sintesi, devo negare la mia razionalità al sentire, al fare
e all’acconsentire. Negare la mia razionalità al piacere dell’amarmi
e dell’odiare.
Ma questo non è possibile fino a quando la mia razionalità
soggiace all’incantesimo del piacere. Devo sciogliere
l’inganno, e mettere a nudo il piacere: non è vita, ma piacere
di morte, e di morte viva dell’amore del Padre.
Metterlo e tenerlo a nudo, per impedire che adagio adagio,
non si abbia a ricoprire di nuovo col suo inganno.
Con tutto questo, io vado eliminando la mia coscienza
razionale infernale.
Il segno: nel mio amore non c’è più menzogna. Elimino la
infernale, e ne vado componendo una nuova che le sia
contraria. Ma questa va composta volutamente, e non è
quindi automatica.
È la coscienza razionale cristiana. Guardiamo ai nostri
simili delle vecchie generazioni, per scorgere la loro
coscienza cristiana. Ve ne trovo di assai marginali.
1) Vi troviamo una coscienza fideistica: credono in Dio e
nel suo Figlio Gesù, ma rimangono aperti a tutti i piaceri
dell’amore di odio.
2) Vi troviamo una coscienza cultuale: vanno convinti di
taluni atti di culto, ma non del loro culto sacrificale personale.
3) Vi troviamo una coscienza orazionale: vanno convinti
della necessità di una preghiera ripetitiva, ma non praticano
minimamente una preghiera fattiva su se stessi.
Coscienze marginali, che sanno di inganno. Che manca, è
la coscienza centrale e nucleare: per la quale si va convinti
di suicidarsi in ogni forma di piacere, e non le più false,
ma le più subdole: quali le varie forme di comunione:
dalla amicale semplice alla composta; dalla sponsale alla
famigliare; dalla genitoriale alla figliale; dalla associativa
religiosa alla civile. Non c’è ancora, questa coscienza centrale,
né nei singoli, né nella Chiesa. Infatti, non abbiamo
mai sentito la nostra Chiesa dire all’umanità oppressa e
schiacciata dalla prepotenza umana: ‘perdurando la vostra
condizione, accettatela con amore, piegandovi devotamente
alla volontà Paterna, che è sempre sacrificale’: Lui,
il Padre, muore; e chiama noi a un ‘com-patire’, per redimere
la nostra umanità.

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La terza coscienza. La persona trifase: è - fa - diventa. Il suo
fare non si volatilizza, ma concorre al suo diventare fisico,
intellettuale, morale e religioso. Diventando, gli si fa la
coscienza nella quale si accumula distintamente ciò che scorre
nella prima e nella seconda. Ecco la coscienza Pneumatica.


Il meccanismo automatico infernale che Satana mi ha impiantato funziona a tre fasi. Già le conosciamo: ad ogni
tocco, il mio sentire; ad ogni sentire, il mio agire; ad ogni
agire, il mio acconsentire. Funzionando, mi va componendo
una serie di coscienze:
1) In partenza, si forma la coscienza istintiva, per cui mi
faccio convinto sensibilmente dell’amore di odio.
2) In successione, si va formando la coscienza razionale,
per la quale io mi faccio convinto anche razionalmente
dell’amore di odio. La prima è dal fare istintivo, la
seconda è dal fare razionale. Ambedue sono conoscenze
che mi fanno convinto: la prima si tira dietro la istintività;
la seconda, si tira dietro la volontà.
3) Ma le due sono coscienze unicamente di passaggio, in
quanto confluiscono in una terza coscienza.
Le prime due sono proprie della persona che fa (seconda
fase); la terza è esclusiva della persona che va in terza
fase. La persona in terza fase...e chi la conosce? La persona
in prima fase non è facile a cogliersi: si va rivelando in
seconda fase, nella persona che fa. Anche la persona in
terza fase è difficile a cogliersi.
Non lo abbiamo forse nemmeno mai pensato... Pensiamo,
in effetti, che tutto finisca nel fare.
Il fare della persona ha una grande varietà, e raggiunge
una molteplicità tale da non potersi neppure enunciare. Le
azioni umane sono a getto continuo.
Sembra che la molteplicità della azioni abbia come a polverizzarsi,
a volatilizzarsi (che tutto ciò che si fa si disperda),
mentre in realtà tutto il suo fare concorre a comporre
la persona di terza fase.
Cosa fa la persona di terza fase? Quella di terza fase la
chiamo la persona che diventa. Il diventare noi lo rapportiamo
ai vari aspetti dell’uomo:
1) Rapportato al corpo, diciamo: alto, robusto, grasso.
2) Rapportato alla mente: bravo, intelligente, studioso.
3) Rapportato alla moralità: buono o cattivo.
4) Rapportato alla religiosità: un credente o un miscredente.
Facile intuire che la persona diventa gradualmente, progressivamente,non fulmineamente o in un batter d’occhio;
proprio perché si va diventando con la successione
del suo fare molteplice.
Man mano che l’uomo diventa, si va componendo in lui
una coscienza nuova. La chiamiamo ancora coscienza, ma
si differenzia assai dalle due precedenti.
Come si forma? Si va formando con tutto quello che scor-
rendo nella prima e nella seconda fase (nei due fare), va a
confluire nella persona che diventa.
Poiché in questa nuova coscienza va ad accumularsi la
morte viva Paterna incosciente o cosciente, ambedue agentate
dallo Pneuma Paterno, non abbiamo di meglio che chiamarla
con un termine nuovo: coscienza Pneumatica.
Col suo fare la persona diventa. Col fare di amore di odio
la persona diventa coscienza Pneumatica. Per ogni fare,
anche il più piccolo, la persona diventa. Per ogni fare di
amore di odio, la persona diventa coscienza. Nulla è insignificante.
Nulla si disperde di ciò che si fa.

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Diventare e coscienza Pneumatica si fondono in unità
indissolubile. La concezione Paterna in essere passa al
fare, e al diventare. Questo fonda la mia eternità. È quella
dalla forma specifica: l’Inferno, che non è privazione,
ma comunione di morte.


La persona diventa con tutto quello che fa.

Diventa in continuazione,perché fa continuamente.
Nell’atto in cui diventa, una coscienza nuova gli si va
componendo. L’abbiamo chiamata Pneumatica per un
semplice motivo: è lo Pneuma: l’Agente dell’amore
Paterno, che me la compone, ammassando la morte viva
dell’amore Paterno che fa scorrere nella coscienza istintiva
e in quella razionale. Non solo la compone, ma si compone
con essa, in modo che lo Pneuma Paterno vi funziona
da Agente: Agente della coscienza Pneumatica, nel suo
farsi e nel suo permanere.
1) Diventare della persona e coscienza Pneumatica si
dispongono in modo da fare un’unità indissolubile: non
si possono più sciogliere. A che dobbiamo la loro insolubilità?
La si deve a quella comunione concezionale
che lo Pneuma ha operato all’umana concezione.
L’umana è così il segno di quella divina Paterna. Infatti
alla mia umana concezione lo spirito di amore del
Padre metamorfosato, espropriato mi si è ceduto da
vivere e da morire, e dal suo Agente mi si è fatto concepire;
e a sua volta, l’Agente mi ha cresimato di sé.
Battesimo Paterno cresimato chiamiamo quella concezione.
L’iniziale comunione concezionale fatta col mio
essere rimbalza il ogni mio fare sia istintivo che razionale:
in ognuno vivo di esso. Una serie di assonanze:
dal fare, la comunione concezionale rimbalza nel mio
diventare, come la persona è trifase: essere, fare, diventare.
Come il meccanismo infernale è trifase: sentire,
agire, acconsentire. Come la coscienza è trifase: istintiva,
razionale, Pneumatica. Così, la comunione concezionale
è trifase: dall’essere, al fare, al diventare.
La indissolubilità che si stabilizza tra diventare e
coscienza Pneumatica fonda, fissa l’eternità della persona
in rapporto al suo futuro. La mia eternità futura si
radica sicuramente nel mio spirito, ma non avrebbe
nessuna forma specifica, ma il mio diventare.
2) Facciamo l’incontro con l’inferno della creatura. Esso
viene informato, acquista una forma specifica, proprio
per la mia coscienza istintiva.
Se guardiamo alla coscienza istintiva e razionale, le dobbiamo
chiamare infernali, perché afferenti al mio inferno:
concorrono alla formazione del mio inferno. La coscienza
Pneumatica che si compone di morte viva dell’amore
Paterno agentato dal suo Pneuma fanno il mio inferno; e
e giunge a maturazione, sicuramente permarrà inferno
eterno. Inferno che è certamente diverso dalla privazione
della vista di Dio, ma è eterna comunione con la morte
viva dell’amore.
La mentalità cristiana si fa curiosa. Un uomo che ha tutto
mi può osservare che l’inferno è qui. Ma perché? Per lui,
sicuramente, è il non poter sempre stare qui per godere.
L’inferno è la spina della fine presente. Ma lui non si rende
conto che l’inferno non è solo qui, ma è la coscienza
Pneumatica della persona: qui esso si va componendo col
fare di quella coscienza. Il pensiero dell’inferno non lo
abbiamo più, a questo punto, sull’al di là, ma sulla nostra
coscienza Pneumatica.

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La morte viva che si va accumulando ha preso forma del
fare. Il peccare può essere veniale o mortale, ma nella
coscienza diventa peccato omogeneo.
Alla morte si accompagna: sentire e piacere: mi si fa in
coscienza e memoria. Non la morte per inganno dei due.
Nella toilette che mi fa specchiato, mi sono visto e ho
capito tante cose.


La persona diventa facendo. Diventando gli si compone una coscienza nuova: la Pneumatica: lo Pneuma la fa su, e
noi la deteniamo. Vi accumula ordinatamente tutta la
morte viva dell’amore Paterno che scorre dalla coscienza
istintiva alla razionale, per riversarsi infine nella
Pneumatica. Si fa su con il diventare. Diventare e coscienza
Pneumatica li mette insieme così bene da farli indissolubili.
È opera di quella concezione Paterna di base che
dall’essere passa al fare, e quindi al diventare.
Quella unione forma l’eternità specifica della creatura;
non un’eternità qualsiasi. La sua specificità è di eternità
infernale. L’inferno della creatura è comunione concezionale
tra il suo diventare e la coscienza Pneumatica agentata
dal suo Pneuma.
1) Come fluisce la morte? Fluisce regolata dal fare. Non
dimentichiamo la provenienza della morte dell’amore
che l’Agente mi va accumulando: è quella che ha preso
forma dal fare prima istintivo e poi razionale.
Ogni fare si carica diversamente di amore, a seconda
della sua capacità di portata. Ora di morte dell’amore
ne impegna poco, ora molto, ora moltissimo. Non
abbiamo sbagliato a parlare di peccato veniale e di peccato
mortale. Il peccare infatti ha grandezze diverse.
Poi però, quando si versa nella coscienza Pneumatica e
diventa peccato, le grandezze diverse si perdono in
un’unica massa che va crescendo. Un piccolo esempio:
un secchio si può riempire lentamente con una goccia
dopo l’altra, come si può riempire più velocemente
portando le gocce a un filo di acqua. Nel secchio non
c’è più poi la distinzione tra gocce e filo d’acqua: formano
un’unica massa d’acqua omogenea.
2) La morte dell’amore che scorrendo confluisce nella
coscienza Pneumatica porta con sé due cose inseparabili:
ad ogni sentire si accompagna il piacere: sento che
mi piace. Sentire e piacere fluiscono insieme alla morte
dell’amore, e con essa vanno ad accumularsi nella
coscienza Pneumatica.
a) Per il sentire e il piacere ho chiamato coscienza la
Pneumatica. Ambedue li conosco ora istintivamente,
ora razionalmente, e la conoscenza mi fa pienamente
convinto. Sentire e piacere mi si stampano nella
mia conoscenza, e quindi nella mia memoria, pronte
a riprendere la loro azione nel momento più favorevole.
Coscienza quindi dinamica, e non statica.
b) Ma nessuno sa della morte viva dell’amore Agentato
dal suo Pneuma. Rimane fuori dalla conoscenza.
Infatti, sentire e piacere, nella coscienza Pneumatica
non perdono la loro funzione ingannatrice.
La persona si va sempre più convincendo che sotto
il piacere c’è la vita, e non la morte. Per questo
inganno la persona non ha conoscenza alcuna della
morte dell’amore. La morte dell’amore che si va
accumulando può passare a conoscenza solamente
nella toilette Pneumatica. Solo lo Pneuma con la sua
luce incantevole mi può specchiare. E solo allora mi
sono visto con la mia coscienza Pneumatica: un
ammasso enorme di morte viva, di Agente della
morte, di sentire e di piacere. Adesso sento la mia
coscienza Pneumatica, e mi rendo conto del peggiorare
continuo della persona, nonostante la volontà di
non peccare rinnovata ad ogni Confessione. Ora
sappiamo in quale modo dobbiamo sciogliere la
morte dell’amore che ci si è andata accumulando
razionalmente.