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Dal medico va colui che sente il male che si è fatto
all’amore. È un ammalato nell’amore colui che va dal
medico dell’amore. Sente: sento Dio in azione.
1) Sentire Paterno: sento il piacere istintivo e razionale
dell’amore di odio. Sento e non lo capisco il male.
2) Sentire Figliale: sento il male del piacere. Mi è dalla
coscienza Figliale visuata: vedo il Paterno, lo capisco,
e ancor di più sento il male Figliale.


Il mio ripeccare razionale, morte viva dell’amore del Padre, né lo uccido, né lo cancello, ma lo sciolgo.
Lo posso solamente io, suicidandomi nel piacere di amarmi
e di odiare. Libero suicidio: me lo ha passato lo spirito
di amore del Figlio coscienziato; la sua efficacia è dalla
mia devozione a ciò che fa il Padre, che ama uccidersi per
lasciarsi uccidere. Così lo Pneuma mi ha fatto passare da
un peccato fideato ad uno visuato; da una assoluzione
fideata, a una visuata; da una confessione fideata, a una
visuata. Mi ha mutato la stessa espressione: non più ‘il
peccatore che si sente colpevole (quello va scomparendo)
e che va a confessare i suoi peccati per averne il perdono,
l’assoluzione e la penitenza’, ma: ‘un ammalato che va dal
medico dell’amore per farsi aiutare a comporre il potere
della sua assoluzione’. L’andare di ieri va morendo; l’andare
di domani va crescendo. È un ammalato uno che va
al male della morte nell’amore Paterno, e ci va per ogni
fare istintivo e razionale di amore di odio; alla morte si va
per ogni atto di morte che si fa. E il sentire Figliale è: sentire
il male del piacere. Chi lo può aiutare a guarire, noi lo
chiamiamo medico. Chi può aiutare a guarire un ammalato
nell’amore, non può essere che un medico dell’amore.
L’andare vero e sincero nasce da 5 condizioni. Medico
dell’amore è il sacerdote. Quando nasce il rapporto di
necessità tra ammalato e medico? Dal medico dell’amore
chi va? L’andare dal medico esige alcune condizioni assolute;
condensate in 5. Ecco le componenti in presentazione
ritmata: dal medico dell’amore va l’ammalato:
1) che sente il male che si è fatto all’amore
2) ne prova un vivo e sincero dolore
3) si protende tutto verso la sua assoluzione
4) con un potere che va in composizione
5) e con l’aiuto di uno che ne ha la gestione.
Ecco il tracciato delle 5 condizioni.
1) Colui che sente il male che si è fatto all’amore. Il mio
sentire è Dio in azione con me. Dio mi si è fatto trovare
(Dio visuato, non fideato) nel mio sentire. Quale sentire?
Ne ho due diversi.
a) Ho un sentire Paterno. L’ho per istinto: ad ogni
tocco esterno io sento. L’ho razionale: ad ogni tocco
interno io risento. Il modo può essere istintivo o
razionale, ma il contenuto è sempre identico: sento
che mi piace amarmi e odiare. Sento il piacere e
capisco tutto e soltanto così; e neppure sospetto l’inganno
di quel piacere. Chi sente il piacere e capisce
solamente quello non può andare dal medico. Le
nuove generazioni dal medico non vanno; le mature
lo vanno tralasciando.
b) Per andare dal medico occorre un nuovo sentire, un
sentire Figliale: viene dal Figlio coscienziato visualmente.
Mi ha sciolto la cecità del piacere; mi fa
vedere il male che mi faccio in ogni azione di amore
di odio; lo capisco e lo sento.
Il male che mi faccio all’amore lo sento sempre, lo sento
subito, lo sento crescente. L’occhio della mia mente
coscienziata al Figliale non mi si chiude un solo momento.
Mi ha fatto orante perpetuo. Sono sempre sul fare istintivo
e razionale e ne sento il male. La mia massima è il
sentire Paterno, la mia ricchezza è il sentire Figliale. La
mia ricchezza è la coscienza Figliale visuata. Quando poi
non riesco a sciogliere la morte Paterna, questa mi travolge
nella stessa morte l’amore Figliale. Allora mi si triplica
il sentire, perché si è raddoppiato il male: prima all’amore
Paterno, poi al Figliale.
È questa la prima componente di chi va dal medico: uno
che sente il male. Chi non lo sente non ci va.

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