Dolore: vivo, profondo, efficace. Vivo: in sé e in me: è da
morte viva. In me è morte viva, che si fa in atto vivo, e vivarimane fino alla mia guarigione.
Transita per la coscienza viva, che la trasforma in dolore
per la vita. Profondo: permea il fare, l’essere, il diventare.
Efficace: non scioglie, ma fa solubile in potenza.
Quindi lancia, e uno va a conquistare il potere. Se non va,
significa che il dolore era falso.
Dalla prima alla seconda componente dell’andare rinnovato dallo Pneuma: ‘Dal medico dell’amore va l’ammalato
che sente il male che si è fatto all’amore.
Ne prova vivo e profondo dolore’. Il dolore per il male che
mi faccio all’amore mi viene dal Padre, passando per almeno
due filtri: la mia coscienza visuata, e la mia esistenza
nelle sue fasi successive: piena, calante, agonizzante. Ma lo
passa gradatamente; non simultaneamente al male che mi
faccio, ma successivamente. Il dolore Pneumatico ha con sé
due qualità essenziali: vivo e profondo dolore.
1) Il dolore per la morte dell’amore:
a) è sempre vivo in se stesso. Il dolore fisico è vivo finchè
la vita vive; ma alla morte della vita, muore esso
pure; per questo parlo nel corpo di una morte viva e
di una morte morta. La morte fisica finisce. Non così
la morte dell’amore e il suo conseguente dolore.
La morte dolorante è sempre viva nel suo farsi e nel
suo fissarsi: eterno dolore.
b) Il dolore è sempre vivo in me stesso. È vivo perché
è di morte viva, che si fa nell’atto in cui l’uomo
vive: il suo fare di amore di odio istintivo o razionale,
e permane vivo finchè non raggiungo la mia guarigione.
Come pure è vivo perché passa per la mia
coscienza Figliale visuata. Passando però per la mia
coscienza Figliale ottiene una trasformazione stupenda:
prima è dolore di morte: passando per la mia
coscienza si trasforma in dolore per la vita. Prima è
male malefico; transitando diventa dolore benefico.
La sua vivacità non si spegnerà mai più fino al compimento
totale della mia guarigione. E poiché la mia
guarigione totale e definitiva si compirà solamente
alla fine dei tempi, lo porterò fino alla fine con tutte
quelle varianti che sono collegate alla qualità del
male che mi faccio, che talora è incosciente, tal’altra
è cosciente.
2) Pure essenziale è la seconda qualità del dolore
Pneumatico: profondo.
a) Il mio dolore esplode nel mio fare di amore di odio:
mi pervade tutto il mio fare di morte dell’amore.
b) Ma pure scende fin nelle profondità del mio essere.
È il mio essere che è stato concezionalizzato di
amore Paterno dal suo Agente. Già vivibile e mori59
bile da se stesso per la sua metamorfosi Paterna,
Satana me lo ha volto in morte viva, egoisticizzandomelo,
e ci va per ogni atto di amore di odio.
c) Ma si proietta pure fino alla sommità della persona
che diventa col peccato, fino a fare di me una persona
dal continuo sentire dolorante.
L’ultima parola è riservata all’efficacia del dolore
Pneumatico. Ne ha una sola. Facciamola emergere dal
confronto con quello fisico: il dolore fisico mi chiama sul
male che mi sono fatto, e non me lo fa guaribile, ma mi
manda prontamente ai rimedi.
Lo Pneumatico non mi chiama sul male che mi sono fatto,
perché prima conosco il male e lo sento, poi ne provo
dolore. Lo Pneumatico mi rende solubile il male che mi
faccio e che mi sono fatto.
Solubile: può essere sciolto; non in atto, ma unicamente in
potenza. In potenza vuol dire: potrà essere sciolto.
Senza dolore la morte dell’amore non potrà mai più essere
sciolta. In un ragazzo il giovane c’è, non in atto, ma in
potenza: può diventare un giovane. Come mai fa soltanto
solubile il male e non me lo scioglie subito?
Sciogliere la morte dell’amore per averne la vita dell’amore
è la metamorfosi Pneumatica.
Come ogni metamorfosi, così questa si fa unicamente da
una libera duplice morte. Il solo dolore non lo è, e quindi
non mi dà assoluzione. È evidente che allora mi debbo
lanciare a conseguire il potere della mia assoluzione. Col
mio dolore io parto e vado alla conquista del potere della
mia assoluzione. Dolore che si ferma, è morte che si afferma.
Dolore fermo: sentire di occasione.
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