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Dalla falsità del dolore alla sincerità del suo rigetto.
Sospetto, convinzione, sincerità, decisione di lasciare la
falsità del dolore. Inganno di Satana, il quale sa bene
sfruttare la sincerità della persona, per farla cadere in un
inganno finale. 


Il male che sento, il dolore che provo, la tensione che
approvo:
sono le prime componenti di un nuovo andare
dal medico dell’amore. Lo Pneuma me l’ha rinnovato.
Prima di passare alla tensione, dobbiamo sottolineare
l’aspetto del dolore.
Quando insistiamo e persistiamo nel nostro peccare e
ripeccare, siamo noi stessi a dire la verità sul nostro dolore.
Lo apprezziamo così poco, lo stimiamo così meschino
e gli prestiamo così scarsa fiducia, che noi stessi andiamo
dicendo: ‘Mi sembra di prendere in giro il Signore, mi
sembra di giocare e di scherzare con Lui’; ‘Mi pento dei
miei peccati, gli prometto di non farne più, e poi ritorno a
fare come prima, e anche peggio’.
Ci prende dunque il sospetto della falsità del dolore.
Sospetto, convinzione, sincerità, decisione: quattro gradini,
ed ecco l’inganno.
Satana ci attende, anzi ci dispone astutamente a questa
svolta, per un nuovo fatale inganno. Per ottenere questo si
serve del dolore che non produce alcuna tensione verso
l’assoluzione.
Accettiamo pacificamente così l’infernalità. La falsità di
questo dolore è confermata dalla persistenza del peccare
istintivo, e sarebbe il meno scoraggiante; ma soprattutto
dal ripeccare razionale.
Si ambisce almeno a un attestato di sincerità convalidato
dal confronto con impostori da parte di Dio, e ci si abbandona
fiduciosamente e pacificamente; per quella sincerità
si pone termine a ogni forma di dolore. Così ci mettiamo
a giacere in una posizione, nella quale la stessa sincerità ci
farà dire: confessarmi?
Quando me la sento! Disgraziato! Come farai a uscire da
quel sentire di sincerità?
Continuerai a dire che non te la senti; il Padre non permetta
che tu te lo dica, anche in agonia cosciente (non me la
sento di pentirmi), e che la stessa sincerità ti porti a restare
indifferente davanti alla croce di Cristo, che ti vuol dare
la certezza della solubilità del tuo male, almeno nello stato
della tua nudità esistenziale.
Satana se la ride di quel nostro dolore, che non ha tensione
verso l’assoluzione. Tutta la sua azione: prima ci fa
peccare e ripeccare, ci fa convinti che il nostro dolore è
falso; sfrutta la sincerità della persona che viene dal ripeccare;
ce lo fa abbandonare per la nostra sincerità.
Ci fa di-vertire dalla confessione, ci strappa di mano la
salvezza che può passare per il medico dell’amore; ci
mette a giacere, sicuri del nostro sentire, e che la nostra
sincerità riesce a giustificare.
Non me la sento di fingere dolore; meglio per me essere
sincero: già, ma di quale sincerità? Di quella infernale!. Il
suo sentire ha una chiara, precisa e inconfondibile sincerità:
quella infernale. Sono in inferno sincero, e voglio
restare. Lo diciamo senza alcuna parola: Satana, sono tuo!.
Ha dei buoni alleati Satana: lo sono i genitori per i figli; la
moglie per il marito: ‘è almeno sincero: non se la sente, e
non va a loro; gli dicono che è bravo a non andare, meglio
degli impostori’.

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